Nel primo semestre 2025 l’Italia ha conquistato la leadership europea nelle obbligazioni high yield.
Collocamenti per 14,4 miliardi di dollari, in crescita di quasi il 30% rispetto agli 11,2 miliardi del 2024. Emerge dalla ricerca intitolata Italy leads Europe’s high yield market (ne abbiamo parlato nel dettaglio qui) realizzata da White & Case. Un risultato che assume ancora più rilievo se confrontato con il trend continentale: le emissioni high yield europee hanno infatti raggiunto complessivamente 137,6 miliardi di euro, quasi il doppio dei 73,2 miliardi dell’anno precedente.
Perché l’Italia primeggia in un segmento considerato più rischioso? Secondo lo studio legale, gli investitori internazionali hanno ridimensionato la percezione del “rischio Paese”, favoriti da maggiore stabilità politica, disciplina di bilancio e dalla rivalutazione al rialzo dei rischi in Germania e Francia. Collocare titoli ad alto rendimento con successo significa non solo attrarre capitali, ma farlo più di altri Paesi, accettando premi al rischio prima ritenuti eccessivi.
Un segnale di fiducia che apre nuove opportunità anche sul fronte legale: strutturare emissioni high yield richiede infatti consulenza sofisticata, dal prospetto informativo ai covenant contrattuali fino alla piena compliance europea. È qui che si misura la capacità del mercato italiano di consolidare la propria credibilità internazionale. Ne abbiamo discusso con i partner Evgeny Scirtò Ostrovskiy e Michael Immordino, autori della ricerca, per capire quali dinamiche caratterizzano oggi il mercato italiano e quali sfide attendono gli operatori, a partire dai settori più vivaci.
Ci sono settori in Italia più attivi di altri nell’emissione high yield, e quali potrebbero diventarlo nei prossimi trimestri?
Non si può dire che ci sia un settore di emittenti in assoluto più attivo, poiché molto dipende dalle condizioni specifiche del business in questione, esigenze di finanziamento e condizioni di mercato. Dal secondo semestre del 2024, comunque, si è registrata una presenza significativa di emittenti operanti nelle infrastrutture digitali e nel cloud (TeamSystem, FiberCop, Engineering Group), così come nel settore medico e farmaceutico (Doc Pharma, Biofarma, Recordati). Generalmente, emittenti con cash flow stabile, meno soggetti a fluttuazioni di mercato e con solida equity story sono sicuramente i più interessanti.
Dal punto di vista legale e regolamentare, quali sono i profili più delicati o le novità che chi lavora su queste operazioni deve oggi tenere presenti?
In un contesto di forte dinamismo, gli operatori devono prestare particolare attenzione alle clausole che possono limitare la flessibilità finanziaria degli emittenti, garantendo loro la possibilità di mantenere accesso al mercato in modo semplice e diretto quando si presentano nuove opportunità. Questo include, ad esempio, la possibilità di effettuare operazioni di rifinanziamento in tempi brevi, riducendo al minimo non-call periods, anche al fine di finanziare acquisizioni strategiche o adattarsi rapidamente a variazioni delle condizioni di mercato.
Considerate che il mercato europeo high yield possa reggere il rallentamento previsto a causa dell'aumento delle tensioni geopolitiche e i dubbi sull'inflazione? Quali sono i principali rischi che gli operatori legali dovranno monitorare per prevenire sorprese?
È difficile prevedere cosa succederà nei prossimi 2-3 anni, proprio alla luce delle incertezze geopolitiche degli ultimi mesi, amplificate dal rischio di nuove sanzioni, conflitti e dalle elezioni Usa, comprese le midterm del prossimo novembre. Pur considerando la possibilità che la Bce sospenda il programma del taglio dei tassi, che aveva rappresentato un fattore chiave nell’ondata di emissioni high yield dal giugno 2024, con numerosi emittenti intenti a rifinanziare il proprio debito a tassi più favorevoli, operatori ed emittenti non prevedono un rallentamento nel già solido mercato high yield italiano, al momento. Tra i diversi fattori, si attende una significativa ondata di operazioni di M&A, settore in cui il mercato high yield può offrire agli emittenti la possibilità di finanziare acquisizioni in modo rapido e flessibile.
Nel vostro report segnalate il contributo della stabilità politica, del miglioramento dei fondamentali e della riduzione del “fattore Italia”. Si può distinguere quale fattore abbia inciso maggiormente?
È stata probabilmente una combinazione di fattori. La stabilità politica italiana, supportata da politiche business-friendly, anche da un punto di vista fiscale, ha coinciso con una fase di incertezza in mercati tradizionalmente più attivi e attrattivi come Francia e Germania. Questo ha contribuito a ridurre il divario percepito tra Italia e principali Paesi europei, rafforzando la fiducia degli investitori e sostenendo l’ecosistema del mercato high yield domestico.
Incide di più la percezione di rischio Paese più contenuta, oppure resta attrattiva soprattutto perché continua a offrire un premio più elevato rispetto ad altri emittenti?
La stabilità interna ha sicuramente contribuito a riorientare l’atteggiamento degli investitori. Lo spread tra i Btp e i Bund / Oat si è ridotto ai minimi dagli ultimi anni, aumentando la fiducia nel mercato domestico. Questo ha contribuito a rendere l’Italia particolarmente attrattiva.