LEGGE DI BILANCIO 2025

Sviluppo sostenibile dell’Italia: misure insufficienti

È scritto nel Policy Brief ASviS sulla legge di bilancio 2025

25-11-2024

Sviluppo sostenibile dell’Italia: misure insufficienti

Prudente ma poco ambiziosa. Così Asvis, nel suo policy brief, giudica le politiche economiche e fiscali per lo sviluppo sostenibile dell’Italia.

 

Il documento, presentato il 26 novembre 2024, analizza in dettaglio le criticità della proposta di legge di bilancio per il 2025, evidenziando come manchi una visione strategica per affrontare le sfide della transizione ecologica, la riduzione delle disuguaglianze e il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Nonostante alcune misure positive, il testo è giudicato incapace di sfruttare appieno le opportunità offerte dai fondi europei e dalle nuove regole fiscali, lasciando irrisolte questioni fondamentali per il futuro del Paese.

 

Duro è il giudizio di Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. «Il Ddl sulla Legge di Bilancio 2025 contiene alcuni interventi apprezzabili nella direzione dell’equità sociale, ma complessivamente non presenta quella coerenza e lungimiranza necessaria per stimolare investimenti privati sui settori fondamentali per il futuro dell’economia italiana, e per conseguire un netto miglioramento della condizione economica, sociale e ambientale del Paese in grado di centrare gli obiettivi che il Governo stesso si è dato nel 2023 con la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, ha affermato l’ex ministro.

 

Nella legge di bilancio non sono presenti «misure in grado di ridurre drasticamente la povertà assoluta e le disuguaglianze, di velocizzare la transizione energetica, di trainare l’innovazione di imprese e pubblica amministrazione».

 

La transizione ecologica è un altro degli ambiti in cui il Dll mostra le maggiori lacune. Non sono previsti finanziamenti adeguati per il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, né per il ripristino della biodiversità, nonostante gli impegni internazionali. Inoltre, mancano interventi sistematici per l’efficientamento energetico degli edifici, un settore cruciale per il raggiungimento degli obiettivi UE sulle "case green". Anche il taglio di 4,6 miliardi di euro destinati alla riconversione del settore automotive compromette il percorso di decarbonizzazione. Questa mancanza di visione politica, secondo ASviS rischia di ampliare i costi economici e sociali legati ai disastri climatici, che negli ultimi anni hanno già causato gravi danni all’Italia.

 

Sul fronte sociale, il Ddl non affronta in modo strutturale il fenomeno della povertà assoluta, che colpisce in particolare le famiglie giovani con figli. Strumenti come l’assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro, già giudicati inefficaci, non vengono modificati. Inoltre, il testo manca di un approccio integrato per sfruttare sinergicamente il Pnrr e i fondi di coesione, indispensabili per combattere povertà ed esclusione.

 

La disattenzione verso le disuguaglianze si riflette anche nelle politiche per il lavoro. Nonostante siano previsti fondi per sostenere la natalità e potenziare il congedo parentale, mancano misure efficaci per incentivare l’occupazione femminile e giovanile o per ridurre il fenomeno dei neet, che coinvolge oltre il 20% dei giovani italiani.

 

Il sistema fiscale delineato dalla legga di bilancio, inoltre, non risponde alle esigenze di redistribuzione e giustizia sociale. Le continue approvazioni di condoni minano la fiducia dei cittadini e incentivano comportamenti opportunistici, mentre manca un piano concreto per contrastare l’evasione fiscale. La riduzione degli scaglioni Irpef da quattro a tre risulta regressiva e rischia di ampliare le disuguaglianze tra diverse categorie di reddito, senza riequilibrare il carico fiscale tra imposte dirette e indirette o ampliare la base imponibile. 

 

Anche sul fronte del lavoro, la proposta di bilancio presenta interventi frammentari e poco incisivi. Mancano piani per accompagnare le transizioni tecnologiche e demografiche attraverso la formazione e la riqualificazione professionale. Sebbene siano previste proroghe di alcuni incentivi per le nuove assunzioni, queste misure sono insufficienti per stimolare una crescita occupazionale sostenibile. L’assenza di una strategia per il lavoro rischia di lasciare irrisolti problemi come la precarietà, il lavoro povero e le difficoltà di accesso al mercato occupazionale.

 

Il messaggio dell’ASviS è chiaro: il tempo per interventi concreti sta finendo, e che l’Italia deve abbandonare politiche timide e frammentarie per abbracciare una visione coraggiosa e integrata, capace di garantire un futuro sostenibile per il Paese.

 

Per tutte queste ragioni «l’ASviS invita il Governo e il Parlamento a recepire le proposte contenute del Rapporto presentato a ottobre, e auspica che la Presidenza del Consiglio definisca al più presto il Piano di accelerazione dell’Agenda 2030 che l’anno scorso l’Italia si è impegnata a predisporre di fronte all’Onu, e coordini la sua attuazione, assicurando la coerenza delle politiche settoriali e il loro finanziamento negli anni a venire», ha concluso Giovannini.


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