Forte del successo degli ultimi anni, il mercato dei sevizi legali nel settore capital markets prosegue oggi la sua corsa verso il rafforzamento. Complici le numerose innovazioni normative a livello comunitario, la diffusione di nuove tecnologie e una rinnovata fiducia da parte degli investitori. In frenetica evoluzione, quindi, il comparto si consolida oggi come un’entità bipartita. Se da un lato si assiste, infatti, a una continuità con la tendenza emersa dalla precedente ricerca del 2017 nell’area debt e nella finanza strutturata, in cui costante si è mantenuto l’incremento dei mandati, dall’altro si acuisce con intensità sempre maggiore lo scarto con il ramo equity, storicamente più sensibile alle incertezze geopolitiche e agli andamenti del mercato.
Nello specifico, come rilevato dall’indagine condotta dal Centro Studi di TopLegal, si è registrata una significativa crescita di operazioni nel ramo debt, il quale ha ricevuto nuova linfa grazie anche all’aumento di emissioni di titoli ibridi da parte di soggetti vigilati, di green bond e di obbligazioni Sdg linked. L’elevata tecnicità degli incarichi
nelle operazioni di ristrutturazione di programmi Emtn, covered bond o nelle emissioni di titoli high yield richiede professionisti dotati di profonda conoscenza della normativa di settore, oltre che delle dinamiche aziendali e dell’industry di volta in volta di riferimento. La capacità di coniugare innovazione, multidisciplinarietà ed efficienza gestionale è stata fonte di successo per squadre oggi rinomate per l’ampia specializzazione e disponibilità di competenze integrate.
Si è così assistito a un restringimento della classifica debt capital markets che, se da un lato conta rispetto al 2017 un numero più esiguo di attori in gioco, dall’altro garantisce un consolidamento dei suoi protagonisti. Con evidente difficoltà da parte dei nuovi concorrenti a generare mutamenti degni nota negli equilibri del mercato. Pertanto, di fronte a un cluster eterogeneo di studi che dominano il settore debt, rimangono saldi sia gli internazionali Allen & Overy, Clifford Chance, Linklaters, Orrick Herrington & Sutcliffe, sia gli italiani Legance e Gianni Origoni Grippo Cappelli. Quanto a quest’ultimo, proprio il triplice passaggio di Antonio Amoroso, Livia Caldarola e Antonio Segni da Lombardi Segni ha contribuito a fortificare il solido riconoscimento devoluto alla squadra, talvolta a spesa dei singoli. Nel medesimo segmento si segnala, poi, l’avanzamento di Chiomenti, che si rafforza trasversalmente nell’area equity e nella finanza strutturata, grazie anche all’approdo di Gianrico Giannesi e del suo team, proveniente da Orrick Herrington & Sutcliffe. In ascesa anche BonelliErede, la cui expertise sinergica con le altre practice lo configura quale interlocutore profilato in ogni ramo del capital markets, anche in contesti regolamentari altamente complessi. Tra i più attivi del settore emergono, inoltre, Simmons & Simmons, focalizzato nella strutturazione di operazioni innovative e di liability management, e Hogan Lovells riconosciuto per la proattiva dedizione, trasversalità e internazionalità della squadra. Accanto al concitato incremento di mandati nel ramo debito, in volata anche le dismissioni di portafogli Npl e Utp, sempre più ingenti, insieme con le operazioni di cartolarizzazioni sintetiche e di finanza sostenibile. Come per il debt capital markets, anche nella finanza strutturata non affiora un modello di studio che raccoglie le preferenze del mercato.
Raffrontate le risultanze della precedente indagine del 2017, si confermano, a presidiare il ramo, Orrick Herrington & Sutcliffe e Rccd, accanto agli autorevoli Allen & Overy e Chiomenti. Gianni Origoni Grippo Cappelli, Jones Day e Legance gli studi che grazie al proprio network internazionale mantengono stabile il posizionamento, consolidando la propria autorevolezza. Tuttavia, se da un lato si rafforza la leadership degli allora protagonisti della finanza strutturata, dall’altro in questo segmento nuove realtà sono riuscite a ritagliarsi un posto nel mercato. Si segnala, in particolare, l’ingresso di Italian Legal Services, boutique specializzata nella consulenza di diritto italiano a favore di investitori internazionali e domestici. Inoltre, si rileva il rafforzamento di Hogan Lovells e Simmons & Simmons nell’ambito di innovative operazioni di cartolarizzazioni multioriginator e warehousing. Nonostante la diminuzione di mandati legata alle oscillazioni del mercato, anche il ramo equity si caratterizza per l’ingresso di nuovi attori. Dalle evidenze emerse dall’indagine si evince, infatti, che diversi sono gli studi che hanno fatto registrare il loro primo ingresso nella classifica equity capital markets o che, pur non classificati, si sono attrezzati per competere ricevendo il plauso del mercato. Nello specifico, tra i nuovi entranti si presenta Lca. Struttura multipractice e votata all’internazionalità, è stata in grado di sfruttare la permeabilità del mercato non regolamentato, emergendo grazie a innovative forme di investimento equity e a operazioni di translisting (il passaggio di listino). Anche Dentons si distingue per la grande operatività in relazione a offerte pubbliche di acquisto e ammissioni alla negoziazione nei mercati regolamentati e nei sistemi multilaterali di negoziazione. Il dipartimento dello studio risulta rafforzato a seguito dell’ingresso di Piergiorgio Leofreddi da Jones Day e di Michael Bosco dall’omonimo studio Bosco. L’ingresso di nuovi player si spiega agevolmente anche guardando l’elevato numero di mandati di Ipo sull’Aim Italia. Infatti, al contrario di quanto fatto registrare dal mercato Mta, il 2019 ha rappresentato l’anno record per le quotazioni del segmento dedicato alle Pmi, il cui accesso è stato agevolato da svariati incentivi fiscali in materia di detraibilità di costi di quotazione, oltre che da numerosi interventi normativi (i.e. Pir, Regolamento Prospetto in materia di semplificazione regolamentare). Come evidenziato dalla ricerca, lo studio che gode di maggiore riconoscimento nel ramo è BonelliErede che, in virtù di un articolato modello multipractice, occupa la prima fascia di mercato. Lo seguono quegli studi, italiani e non, che hanno consolidato la propria presa sulla clientela industriale.
Dinanzi a un quadro così strutturato, si nota, infine, una lieve flessione per quegli attori che storicamente si collocano accanto agli istituti di credito. La ragione di una tale contrazione potrebbe ravvisarsi in un maggior dinamismo competitivo degli studi che hanno fatto leva su specializzazioni legate a operazioni maggiormente innovative, quali minibond, equity crowdfunding, invoice trading, direct lending e offerte iniziali di valuta.
Il quadro di mercato e i risultati della ricerca del Centro Studi sono consultabili su TopLegal Guida e su TopLegal Review di giugno-luglio. La prossima ricerca, in uscita il 1 di agosto, sarà dedicata alle Autorità indipendenti.