di Francesca Lai
Con oltre 60 miliardi di euro di valore aggiunto annuo e più di un milione di occupati, l’economia del mare, detta Blue Economy, si conferma uno dei settori più vitali e strategici per l’Italia. Un settore in crescita che, tra il 2019 e il 2023, ha visto aumentare le imprese del 4,3% a fronte di un calo generalizzato (-2%) del tessuto imprenditoriale nazionale.
Un dato eloquente, certificato dal Rapporto Nazionale 2024 di Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, che pone la Penisola, per posizione geografica e vocazione, al centro delle dinamiche economiche del Mediterraneo.
Oggi la Blue Economy è un ecosistema economico vastissimo che va dalla pesca alla cantieristica, dalla logistica portuale al turismo costiero, dalla produzione energetica marina alla tutela ambientale. E, sempre più, il suo sviluppo è legato alla capacità di affrontare due sfide decisive: la transizione digitale e la sostenibilità ambientale.
Porti e logistica: il cuore dell’economia blu
Nel cuore di questa trasformazione ci sono le infrastrutture portuali, snodi logistici e commerciali fondamentali per il sistema Italia. Il modello portuale nazionale è “multipurpose”, cioè adatto a movimentare ogni tipologia di merce, dai container ai prodotti chimici, e ospita una filiera complessa fatta di spedizionieri, agenti marittimi, dogane e compagnie di navigazione.
Secondo i dati di Assoporti e SRM, nel 2024 il traffico merci nei porti italiani ha superato i 480 milioni di tonnellate, con quasi 60 milioni di passeggeri traghettati e 13,8 milioni di crocieristi. Numeri che testimoniano una vitalità evidente, ma anche l’urgenza di innovare.
Il PNRR ha allocato oltre 12 miliardi di euro per modernizzare i porti italiani, con particolare attenzione alla digitalizzazione dei processi e alla decarbonizzazione delle attività marittime.
ETS e decarbonizzazione: una rivoluzione normativa per il settore marittimo
Dal 2024 è entrata in vigore anche per il trasporto marittimo la direttiva UE 2023/959, che estende il sistema EU ETS (Emissions Trading System) alle navi superiori a 5.000 tonnellate. Ciò significa che gli armatori saranno obbligati a comprare quote di emissione per ogni tonnellata di CO₂ prodotta, secondo un calendario di applicazione graduale (40% nel 2024, 70% nel 2025 e 100% dal 2026).
Questo sistema, pensato per ridurre le emissioni del 43% entro il 2030, rappresenta una svolta epocale, ma anche una sfida tecnica e operativa. La varietà di rotte, tipologie di navi e combustibili usati rende infatti molto complesso uniformarsi ai requisiti di compliance, anche a causa della necessità di trovare soluzioni tecnologiche adatte e di garantire la disponibilità del carburante “giusto” in ogni porto per il rifornimento (bunkeraggio).
La normativa UE si muove su un approccio prescrittivo “top-down”, a differenza della più flessibile linea “bottom-up” dell’IMO (International Maritime Organization), accentuando la pressione sugli operatori europei.
Lo Shipping Forum di TopLegal: confronto strategico a Napoli il 12 maggio
In questo scenario si inserisce lo Shipping Forum organizzato da TopLegal, che si terrà a Napoli il 12 maggio 2025 dalle ore 10:00 alle 13:30. Un evento a porte chiuse, rivolto a una platea qualificata di manager, professionisti legali, fiscali e commerciali del settore marittimo – dagli armatori ai cantieri, dai rimorchiatori ai player della logistica offshore.
L’apertura sarà affidata a Mario Mattioli, presidente di Federazione del Mare, cui seguiranno due tavole rotonde. La prima, “Lo shipping e le ricadute sul territorio”, vedrà confrontarsi esponenti del mondo armatoriale, associativo e legale su temi come l’Emission Trading System, la tonnage tax, e le nuove sfide di competitività del sistema portuale italiano.
A seguire, la seconda tavola sarà dedicata alla nautica da diporto, con un focus su evoluzione normativa e sostenibilità, temi centrali anche per il comparto del lusso nautico e per il rilancio del turismo costiero in chiave ecologica.
L’evento si concluderà con un pranzo di networking, occasione per approfondire partnership e condividere visioni su come guidare l’Italia verso una leadership sostenibile nella Blue Economy globale.