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Anas e l’avviso della discordia

I requisiti formulati, nella denuncia di Aiga, escludono a priori le possibilità di accesso per i giovani avvocati. Le ragioni di Anas e il passo indietro sulle istituzioni forensi

01-08-2019

Anas e l’avviso della discordia




Pochi giorni fa, Anas ha pubblicato sul proprio sito un avviso pubblico per l'affidamento di incarichi di tutela legale dei dipendenti. Si tratta in sostanza di un avviso inerente alla costituzione di un elenco di professionisti per facilitare la scelta di un legale da parte dei dipendenti e dirigenti, qualora si trovassero coinvolti in contenziosi legati allo svolgimento delle attività professionali svolte per conto di Anas. 

L’iniziativa ha sollevato diverse perplessità in relazione ai criteri prescelti per la selezione degli avvocati. Da un lato, ci si può chiedere se ciò non rischi di compromettere la politica di trasparenza, prediligendo a monte alcune correnti della categoria. Dall’altro, ha già suscitato una decisa replica da parte dell’associazione italiana giovani avvocati (Aiga), in particolar modo per il requisito dei 15 anni di iscrizione all’Ordine e per quello dell’appartenenza alle istituzioni forensi. 

«Il requisito dell'anzianità di iscrizione – chiarisce a TopLegal Elena Federici membro di Aiga – non garantisce la preparazione e quindi la meritocrazia. Anas a nostro avviso avrebbe dovuto far prevalere criteri come la conoscenza del diritto amministrativo o la prova di aver patrocinato in passato enti simili». Questo criterio comporta, sulla base dei semplici calcoli anagrafici, che di fatto possano accedere al ruolo soltanto avvocati di almeno 42 anni. 

Anas, interpellata da TopLegal, ha precisato che la richiesta è arrivata esplicitamente dalle stesse organizzazioni aziendali che hanno promosso la creazione dell’elenco. «All'azienda — ha spiegato Anas — è stato richiesto di inserire in tali elenchi professionisti di particolare esperienza, il che ha spinto ad individuare elementi, per quanto possibile, dotati di oggettività». Nel chiedere l’elenco dei professionisti, le organizzazioni aziendali si sono mosse in esecuzione delle disposizioni dei vigenti Ccnl, che prevedono la tutela legale dei dipendenti Anas. Un elenco peraltro non obbligatorio, ha precisato l’azienda, che non impedisce di avvalersi in alternativa di altri professionisti di propria fiducia. Per Anas, tuttavia, questi requisiti intendono «fornire elementi oggettivi di valutazione a beneficio dei fruitori finali ed effettivi dei servizi legali di cui qui si discute, ossia i dipendenti, spesso del tutto estranei ai contesti giudiziari e, più in generale, legali». Tra gli elementi «dotati di oggettività», Anas ha incluso, oltre al criterio di anzianità, anche l'abilitazione al patrocinio dinanzi alle magistrature superiori e la comprovata esperienza attraverso l'indicazione di procedimenti seguiti, nonché il requisito preferenziale della docenza universitaria.
 
L’avviso originario conteneva peraltro un secondo criterio preferenziale che ha anch’esso suscitato diverse perplessità, fino alla sua finale abolizione da parte di Anas: il ricoprire eventuali incarichi all'interno di Organi Forensi. «Chi è appena divenuto avvocato — ha contestato Federici di Aiga – non ha senz’altro né tempo né modo di farsi eleggere in un’istituzione forense». In una nota del 30 luglio Anas ha però deciso di accogliere le richieste eliminando tale criterio, ma sottolineando allo stesso tempo che la società «non intendeva precostituire alcun “veicolo privilegiato” a beneficio di chi rivesta ruoli negli organi direttivi forensi». Pertanto, non verranno ritenuti requisiti preferenziali gli incarichi in corso come membro o presidente di organismi forensi quali i consigli dell’Ordine, consigli distrettuali di Disciplina e Consiglio Nazionale Forense.


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