In pillole

Penale (2 gennaio 2020)

02-01-2020

Penale (2 gennaio 2020)



Orrick ottiene la cautelare per Save the Children
Nell’ambito della indagine aperta dalla procura di Trapani contro alcune Ong per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in relazione alle attività di soccorso e salvataggio prestate nel Mar Mediterraneo tra il 2016 e il 2017, la corte di Cassazione ha accolto le tesi avanzate da Orrick e Coppola, annullando con rinvio l’ordinanza del tribunale del riesame di Trapani, che aveva confermato il sequestro massivo di supporti informatici (svariati computer, tablet e telefonini) in uso a Save the Children e ai suoi esponenti. I ricorrenti erano assistiti da Orrick, con un team composto dalla partner Jean Paule Castagno e dal managing associate Andrea Alfonso Stigliano, e da Umberto Coppola. In particolare, la Suprema corte, rilevando come la mancata trasmissione da parte del pubblico ministero degli atti di indagine posti a fondamento del sequestro abbia impedito alla difesa di avere piena conoscenza del materiale di indagine rendendo così impossibile la dovuta consapevole partecipazione e l’altrettanto dovuta attivazione dei suoi interessi processuali, ha ridato concreta linfa al diritto di difesa, ponendo il diritto al contraddittorio al centro della stessa fase cautelare.

Ponti vince in Cassazione in materia di contributi ai gruppi consiliari
Luca Ponti, founding partner di Ponti & Partners, ha difeso con successo avanti alla Corte di Cassazione, III sezione penale, i capigruppo del Consiglio regionale Friuli Venezia Giulia del Pdl e del Pd, accusati di peculato in relazione all’uso dei fondi a disposizione dei gruppi consiliari, e che dopo essere stati assolti in primo grado con rito abbreviato dal Gup di Trieste, erano stati condannati dalla Corte d’appello di Trieste a seguito di appelli della Procura generale e del Procuratore presso il Tribunale. In appello i capigruppo erano stati condannati sia per alcune spese direttamente e personalmente a loro riferibili, sia soprattutto per le spese sostenute dagli altri colleghi del gruppo consiliare, o a quelli non riconducibili ad alcun consigliere, in sostanza ravvisando una sorta di responsabilità da posizione. La Corte di Cassazione, accogliendo la tesi della difesa fatta valere da Ponti, ha annullato, in parte qua, la sentenza della Corte d’appello, con particolare riferimento proprio ai capi riferiti alle spese sostenute da soggetti diversi dai capigruppo, allineandosi in ciò alla posizione della Corte dei Conti, che nel parallelo processo contabile aveva condiviso l’impostazione fatta valere e dunque escluso espressamente esserci personale responsabilità dei capigruppo per le spese a loro non direttamente e personalmente riferibili. In attesa delle motivazioni della decisione della Cassazione, che senza dubbio saranno molto articolate alla luce della notevole complessità dei temi giuridici in discussione e dei molti motivi di impugnazione che sono stati proposti, la notizia dell’esito del giudizio di legittimità è stata colta con grande soddisfazione, tenendo conto del fatto che – ove l’esito fosse stato diverso – gli assistiti avrebbero dovuto immediatamente subire la detenzione in carcere a fronte delle gravose previsioni oggi vigenti e dovute alla legge “Spazzacorrotti”, che per il reato di peculato non consente di poter beneficiare della sospensione della pena nemmeno laddove nel frattempo venissero avanzate richieste di regimi alternativi alla detenzione.

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Coppola, Orrick Herrington & Sutcliffe, Ponti Jean PauleCastagno, LucaPonti, Andrea AlfonsoStigliano, UmbertoCoppola


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